domenica 25 maggio 2014

L u i s a .



Nel cattolicesimo vengono individuati tre tipi di martirio:
il martirio bianco
il martirio verde
il martirio rosso

Il martirio bianco consiste nell'abbandono di tutto ciò che un uomo ama a causa di Dio.

Il martirio verde consiste nel liberarsi per mezzo del digiuno e della fatica dai propri desideri malvagi, o nel soffrire angustie di penitenza e conversione.

Ill martirio rosso consiste nel sopportare la Croce o la morte a causa di Gesù Cristo (Omelia irlandese del VII secolo)

Il martirio rosso venne spesso considerato in passato il battesimo purificatore di ogni peccato: subendo il martirio la santità era assicurata, non potendo più peccare. Per tale ragione il martirio nell'antichità era non solo accettato ma addirittura ricercato specie negli ambienti impregnati di gnosticismo.





oggi, rinata nella pace

martedì 20 maggio 2014

Meditazione del Plenilunio in Capricorno



 

Significato del Segno del Capricorno

Motti

“Che l’ambizione governi, e la porta sia aperta” (Ordinario)
“Mi perdo nella luce superna e a quella luce volto le spalle” (Evoluto)

Alcuni degli aspetti più profondi dell’astrologia centrata sulla Coscienza, si celano dietro i simboli e le esperienze del Capricorno. Sulla ruota ordinaria, l’ambizione spinge il Capricorno al risultato. In questo Segno infatti, sono sempre presenti la porta all’Iniziazione e la libertà di servire l’umanità con un atteggiamento di consapevolezza amorevole, ma la paura e l’istinto inducono il Capricorno a credere che la libertà si acquisti attaccandosi alla forma.
Il passaggio che deve compiere il nativo del Segno è legato al superamento dell’illusione materiale, con la rivelazione della realtà Spirituale. Come indica il motto evoluto, l’Iniziato del Capricorno, totalmente centrato sulla Coscienza, può rimanere nella coscienza dell’Amore Divino, ma la chiamata al Servizio, è così forte che “volta le spalle” allo stato di quiete e riposo celeste e si reincarna per continuare a servire l’umanità.
Il Capricorno come Segno di terra è in sintonia con la materialità pratica, tanto che la prova ad esso riservata è quella di dover rinunciare a tutto questo per una “luce” astratta e indefinita. Questa prova serve per verificare il livello Spirituale conseguito ed è una prova mossa da Saturno, che è il reggitore planetario del Segno del Capricorno e come uno dei più potenti Signori del Karma, costringe l’uomo ad affrontare il suo passato per prepararsi nel presente, in modo da essere capace di tracciare il futuro.
In questo Segno l’individuo vede il Guardiano della Soglia, rappresentato dal suo passato e, davanti a sé, l’Angelo della Presenza, la luce dell’Anima. Per compiere questo passaggio la lotta interiore è tremenda.
Le note che caratterizzano il segno del Capricorno sono la serietà, la dignità, la responsabilità, l’onore, il dovere, la lealtà, il coraggio, la protezione dei deboli, il mantenimento della parola data e la ricerca della perfezione.
Anche a livello elevato, i nativi del segno non sono espansivi (sono riservati ed interiori): infatti il Capricorno non è capace di amare, nel senso che ama in modo distaccato ed introverso, soffre nel ricevere perché vorrebbe sempre dare.
Il Capricorno è un punto di arrivo, quindi di conclusione di un ciclo, di morte e di rinascita e soprattutto è un segno di solitudine. La cristallizzazione, infatti, è il pericolo maggiore per il Capricorno.

Raggi e pianeti

Il Capricorno è governato da tre Raggi potenti (I, III e VII) ai quali Venere (suo reggitore insieme a Saturno) aggiunge il V, tutti Raggi freddi e mentali.
La croce cardinale aggiunge in modo leggero il IV e VI Raggio, ma manca completamente il II Raggio dell’Amore e Saggezza.
Il Capricorno, quindi ama in modo distaccato, riservato ed introverso, non comunica il suo amore e non lo dimostra. Soffre nel ricevere amore perché vorrebbe essere sempre lui a dare, però lo fa in maniera mentale, mai emotiva.
Il reggitore planetario esoterico ed exoterico per il segno del Capricorno è Saturno.
Dal punto di vista dell’Anima è il pianeta che richiama le prove come possibilità di sciogliere quei “nodi” che impediscono la piena espressione della Luce che risiede in ognuno di noi.
Quindi, Saturno è il pianeta che permette un maggiore allineamento e integrazione dell’Anima con la personalità.
Dal punto di vista dell’evoluzione della Terra, Saturno è detto anche “il precettore della Terra”, ovvero, è colui che ha il compito di educarla perché diventi un pianeta sacro, conosce infatti le Leggi Spirituali e le fa rispettare.
Quindi ha il compito di infliggere prove e occasioni, finché la Terra non sarà in grado di superare il piano emotivo e di accedere all’Intelligenza Attiva.

Il Simbolo del Capricorno

segno zodiacale del capricorno
Il Capricorno è uno dei Segni più difficili da studiare, perché è il più misterioso.
Il suo simbolo è volutamente indecifrabile e velato ed è chiamato “la firma di Dio”, in quanto ha una potenza che l’uomo non è ancora in grado di reggere.
Inizialmente era rappresentato come una sirena, poi fu rappresentato come il capro con la coda di pesce simbolo dell’Atlantide.
Ora, questo simbolo è cambiato ed ha acquisito una forma più astratta ed è dotato di una potenza molto forte.
Nello Zodiaco vi sono tre animali che hanno le corna: l’Ariete, il Toro e il Capricorno; quest’ultimo nasconde il simbolo dell’Unicorno, che rappresenta la dualità superata, cioè l’Iniziato. Va ricordato, infatti, che l’Iniziazione è sempre legata a questo Segno.
Anche la “vetta della montagna” simbolizza l’esperienza iniziatica, il luogo in cui si entra in profondo contatto con i “Misteri dello Spirito”.
Per scalare una montagna, infatti, ci vuole una disciplina straordinaria, come per conquistare vette interiori.

Fatica di Ercole collegata al segno: “L’uccisione di Cerbero, il guardiano dell’Ade”

Ercole doveva passare la decima porta.
Il Maestro gli disse: “Mille pericoli, o Ercole, hai superato e molto hai conseguito. Ora possiedi saggezza e forza. Vuoi tu usarle per liberare chi da lungo tempo è in agonia ed è preda di grandi e incessanti sofferenze?”
Il Maestro toccò la fronte di Ercole e all’altezza del suo terzo occhio apparve un’immagine: un uomo si trovava steso su una roccia e gemeva come se il suo cuore stesse per spezzarsi. L’uomo era incatenato e un avvoltoio beccava il suo fegato. L’uomo, spesso, alzava le mani verso il cielo per chiedere aiuto, ma le sue grida si perdevano nel vento.
L’immagine sparì dalla mente di Ercole ed il Maestro gli disse che l’uomo incatenato era Prometeo, che si trovava in quella posizione da molto tempo, in quanto era immortale.
Il Maestro spiegò ad Ercole, che Prometeo aveva rubato il fuoco al cielo e per questo era stato punito, ed aggiunse: “Come Prometeo, o Ercole, ti viene chiesto di divenire un salvatore. Discendi dunque nelle profondità, cercalo e liberalo dalle sue sofferenze”.
Ercole si incamminò ed attraversò con definizione la decima porta.
Cominciò a discendere, spingendosi sempre più in basso. L’atmosfera diventava sempre più soffocante e l’oscurità sempre più intensa. Ma la sua volontà era ferma.
Proseguendo il suo cammino arrivò fino al fiume Stige, che le anime dei defunti devono attraversare.
Quando Caronte, il traghettatore infernale, vide Ercole, si spaventò molto, in quanto il suo aspetto era umano e per questa paura lo portò subito dall’altra parte della riva.
Ercole continuò il suo percorso fino ad arrivare alla corte di Ade (Plutone), il re che governava gli inferi. Ade gli disse che il sentiero per arrivare a Prometeo era custodito da un mostro chiamato Cerbero, un cane a tre teste, su ognuna delle quali erano presenti dei serpenti arrotolati.
Ercole continuò il suo cammino e incontrò il cane con tre teste; udì il suo abbaiare pieno di rabbia; ringhiando, il mostro feroce attaccò Ercole. Egli lo afferrò per la gola principale e lo strinse molto forte e progressivamente prese il controllo su di lui. Dopo aver battuto il mostro a tre teste, Ercole proseguì il suo cammino e andò verso Prometeo che era ancora, come era stato visualizzato nell’immagine, incatenato alla roccia e si lamentava molto per il dolore che stava sentendo.
Ercole spezzò le catene e lo liberò, dopodiché avendo svolto il suo compito, tornò verso casa. Quando raggiunse nuovamente il mondo dei viventi, si trovò di fronte al suo Istruttore che disse: “La Luce ora risplende nel mondo delle tenebre, il lavoro è fatto. Riposati, figlio mio”.
Non è facile interpretare simbolicamente questa Fatica, probabilmente perché il Capricorno, dice il Maestro Tibetano, è uno dei segni più difficili a descriversi ed è anche il più misterioso.
Una delle versioni del mito pone l’enfasi sulla discesa agli inferi per liberare l’umanità (nella figura di Prometeo incatenato e torturato). Un’altra, dà più importanza a Cerbero che talvolta viene ucciso; altre volte Cerbero viene condotto sulla superficie della terra.
Un’altra lettura è legata al fatto che secondo il Credo cristiano, il Cristo Gesù “discese negli inferi”. Il Suo amore inclusivo comprendeva anche le cosiddette ‘‘anime perdute”.
Si dice che quando il nato in Capricorno offre in ginocchio il suo cuore e la sua vita all’Anima, cioè quando sarà un iniziato, potranno essergli affidati i segreti della vita e i più alti poteri.
Poniamo l’attenzione su Cerbero, guardiano dell’Ade, cane a tre teste, dall’abbaiare furioso e con i serpenti che circondano il suo corpo e formano la sua coda.
Le tre teste simboleggiano la sensazione, il desiderio e le buone intenzioni.
Il desiderio è nel centro, la sensazione che caratterizza tutti gli impatti da un lato, la terza testa delle buone intenzioni non considerate a fondo e mai realizzate sull’altro lato. Fin dagli antichi tempi si diceva, infatti, che: “L’inferno è lastricato di buone intenzioni”.
Ercole afferrò per prima la testa centrale, perché essa è la più importante. Il desiderio, infatti, sottostà a tutte le sensazioni, cerca di esprimersi e in tal modo ottenere soddisfazione nel mondo esterno.
Altro elemento che caratterizza Cerbero è la coda, fatta di serpenti, che rappresentano tutte le illusioni che impediscono il progresso della vita Spirituale.
La materialità che ci mantiene ancorati nei livelli inferiori; la natura psichica inferiore che provoca un gran numero di disastri; la paura incondizionata e irrazionale; la paura dell’insuccesso e del fallimento che trattiene tante persone dall’essere attive, fomentando solo l’inerzia che, ci viene detto, è la grande colpa degli aspiranti e dei discepoli.
Ercole afferrò Cerbero per la testa di mezzo e lo neutralizzò poiché tutti gli dei solari si occupano dei problemi dell’umanità e scendono solitari nell’inferno per salvare l’umanità; tutti gli dei solari sono nati nel segno del Capricorno.” (Da Le Fatiche di Ercole, A. Bailey, pag. 85).

venerdì 16 maggio 2014

Yoga del suono (Ali Akbar Khan)


In India si usa dire che vi siano due tipi di musica: la musica come intrattenimento e la musica come “cibo per l’anima”, come dice il maestro Ali Akbar Khansahib.
La musica come intrattenimento è bella, ma lo yoga del suono è musica in grado di calmare il corpo e lo spirito e di aprire la strada ad una nuova conoscenza di se stessi e del proprio rapporto con la vita.
In India la musica, in quanto yoga, è considerata una delle vie della conoscenza e dell’esperienza di Dio. La pratica della musica come yoga si focalizza su intonazione, ripetizione, concentrazione e meditazione.
(...)



La musica può essere anche una religione. Fare qualcosa ripetutamente, fare in modo che diventi parte della propria vita, significa dedicarvisi religiosamente. La pratica dello yoga della musica dovrebbe preferibilmente essere fatta da soli.
Stare insieme agli altri è una grande esperienza, un’opportunità unica per imparare e anche per divertirsi. Inoltre è un modo per alimentare la creatività ed è una parte necessaria dell’apprendimento della musica.
Tuttavia praticare da soli ci porta più vicino al suono e alla percezione dei suoi effetti. L’aspetto spirituale della musica indiana è l’alap. L’alap sei tu stesso, il tuo strumento, il suono. L’alap viene suonato senza accompagnamento ritmico. Il solo altro strumento presente, sempre che ci sia, è un bordone. Solo dopo aver praticato possiamo condividere con gli altri i risultati della nostra pratica. E questo diventa una celebrazione della vita e dello studio.

lunedì 12 maggio 2014

Raga Bageshri